Mediterraneo e Medio Oriente: non ci sono soluzioni militari ai conflitti, la strada è il dialogo
08 mar 2021
Ho incontrato l'Ambasciatore del Qatar S.E. Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki che detiene anche la presidenza di turno del Consiglio degli Ambasciatori dei Paesi arabi accreditati in Italia.
Nel corso del colloquio si è compiuta un'analisi sui conflitti e le criticità che investono l'intera regione mediterranea e mediorientale, dallo Stretto di Hormuz allo Stretto di Gibilterra.
Ai molti conflitti che scuotono il Mediterraneo e il Medio Oriente non ci sono soluzioni militari. Sebbene sia la più difficile, la strada per la pace e la stabilità non può che essere la costruzione di dialogo tra le parti in conflitto. Vale per la Siria, per la Libia, per lo Yemen, paesi scossi da troppi anni da guerre civili e conflitti che hanno causato morti, sofferenze, distruzioni ed esodi di milioni di profughi. Lo ha ricordato a tutti noi Papa Francesco con parole forti e accorate pronunciate sui luoghi della sofferenza dell'Iraq.
In un contesto così critico è un segnale di speranza la Dichiarazione di Al-Ula che ha avviato la normalizzazione dei rapporti tra Qatar, Arabia Saudita e Emirati del Golfo, contribuendo alla stabilità di una regione strategica per il mondo intero. Un altro positivo segnale sono le prime prossime elezioni parlamentari in Qatar, che potranno consolidare il processo di riforme e apertura avviato nell'emirato in questi anni.
Piero Fassino
Presidente della Commissione Esteri