UNA GRANDE VOLONTA’ DI RISCATTO
Elly Schlein ha vinto le primarie del Partito Democratico. È dunque legittimamente la Segretaria nazionale del PD - anche se non ha raccolto il consenso maggioritario degli iscritti - e chi ha a cuore le sorti del PD non può che augurarsi che effettivamente si apra una nuova stagione. Anche perché "cambiare per rinascere" è stata la principale ragione per cui oltre 1 milione di cittadini si è recato alle urne delle primarie, un esercizio di partecipazione democratica unico in Italia e in Europa. E un voto per un forte cambiamento è stato del resto proposto da tutti i candidati, Paola De Micheli, Gianni Cuperlo, Elly Schlein e Stefano Bonaccini. La scelta non era dunque tra conservazione e innovazione, ma su modi diversi di realizzare l'innovazione indispensabile per restituire centralità e consenso al PD. Ne è conferma la lettura delle diverse mozioni dei candidati da cui emerge un largo spettro di proposte convergenti. E nella sua generosa campagna Stefano Bonaccini ha chiesto un voto per radicali e vasti cambiamenti nella politica e nei modi di essere del PD.
Elly Schlein ha vinto con il consenso del 53,75% dei votanti, raccogliendo 586.369 voti contro i 504.491 (46,25%) raccolti da Stefano Bonaccini. Un successo reso più eclatante dal grande afflusso alle primarie e dal rovesciamento delle previsioni. Tuttavia quasi la metà dei votanti delle primarie ha scelto Bonaccini. E peraltro nel voto degli iscritti ai Congressi di Circolo Bonaccini è risultato nettamente il più eletto con il 52,87%(79.889 voti), mentre la Schlein si è fermata al 34,88 (52.702 voti). Il che deve rendere consapevoli sia la nuova Segretaria, sia tutti i dirigenti ad ogni livello che guidare il PD significa tener conto degli orientamenti dell'insieme di iscritti e elettori. E prezioso sarà il contributo di ogni iscritto e elettore, chiunque abbia votato. Tanto più che l'analisi della composizione dei votanti e dei flussi di voto evidenzia che al successo della Schlein ha concorso una pluralità di apporti di segno assai diverso. Certamente si sono tradotti in voto alla Schlein sentimenti largamente diffusi nel nostro elettorato: la frustrazione per le sconfitte di questi anni; l'insofferenza di vedere la Meloni alla guida del Paese (sofferenza che si rinnova quotidianamente vedendola ogni sera in televisione); la irritazione verso un partito vissuto come succube della "responsabilità di governo"; il fastidio per i continui cambiamenti di leadership; il malumore per il deperimento dell'organizzazione e per il peso invadente di un correntismo concentrato sulla gestione di candidature e ruoli. Un impasto di sentimenti che alla fine ha portato molti a pensare che l'unica soluzione fosse una radicale cesura con tutto ciò che il PD è stato fino ad oggi. E la candidatura di una giovane donna, con forte capacità comunicativa e mediatica è apparsa la soluzione salvifica. Insomma, la Schlein ha vinto soprattutto per il valore simbolico - cambiare tutto - più' che per il suo programma. L'analisi della composizione del voto - elaborato dall'Istituto Cattaneo - evidenzia che al successo di Elly Schlein ha inoltre contribuito l'influenza messa in campo da settori esterni al PD. Certamente da Art.1, ma anche da settori di 5Stelle e del Terzo Polo che - con finalità di segno opposto - si sono posti l'obiettivo di condizionare l'esito delle primarie e la futura linea del partito. Il che non toglie, né riduce legittimità alla elezione di Elly Schlein - le primarie sono aperte al contributo di tutti i cittadini - ma suscita interrogativi su quale sarà il profilo del PD: confermerà il sostegno all'Ucraina nella difesa della sua sovranità o cederà alle spinte di chi chiede l'interruzione delle forniture di armi indispensabili alla resistenza all'aggressione? Asseconderà l'obiettivo di una mobilità elettrica integrale entro il 2035 - i cui rischi sono denunciati non solo da settori industriali e sindacali, ma anche da analisti autorevoli come Romano Prodi - o si farà carico di rappresentare la necessità di tempi compatibili con la riconversione degli assetti industriali dell'automotive e la difesa dell'occupazione? Si arroccherà in un ambientalismo ideologico o riconoscerà la esigenza di assicurare scelte - quali rigassificatori e esplorazioni - necessarie alla transizione dal fossile all'energia pulita? La lotta al precariato - obiettivo che tutto il PD condivide - si tradurrà nella negazione tout-court di ogni forma di flessibilità o nell'adozione di una strategia per affermare diritti, tutele e garanzie anche nelle prestazioni flessibili ? E ancora: il PD manterrà il profilo plurale, le ragioni fondative, la cultura riformista che ne hanno caratterizzato nascita e identità o il percorso costituente del "nuovo PD" imprimerà una torsione massimalista e radicale ? E come sarà perseguita la ricostruzione di un sistema di alleanze che renda credibile l'obiettivo di tornare a vincere? E - tanto più dopo un esito che ha visto divaricati gli orientamenti di iscritti ed elettori - quale forma assumerà il partito per non essere assorbito in un indistinto movimentismo ? Sono alcuni degli interrogativi che percorrono l'animo di una parte ampia di iscritti e elettori e a cui Elly Schlein sarà chiamata a dare risposte. In ogni caso con congresso e primarie si è chiuso un ciclo di vita del Partito Democratico e si apre una stagione nuova a cui tutti dovremo dedicare passione e impegno. Non un formale unanimismo, ma senza annullare diversità di posizioni un leale e sincero impegno comune perché l'entusiasmo, la domanda di cambiamento, la volontà di riscatto manifestata in queste settimane non venga delusa e sull'onda di una partecipazione così fortemente vissuta il PD abbia lo slancio per condurre una efficace opposizione al governo della destra costruendo giorno dopo giorno un'alternativa e raccogliendo intorno ad essa le energie migliori della società italiana.
Piero Fassino
4 marzo 2023
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