LA DEMOCRAZIA NEL TEMPO DEL DIGITALE
Quel che emerge dalle inchieste sul dossieraggio e lo spionaggio informatico è certamente molto grave e evidenzia i rischi enormi a cui è esposta la vita dei cittadini, delle compagini sociali e delle istituzioni, della stessa democrazia.
Tuttavia, stupisce che ci si stupisca. Viviamo infatti ormai in una enorme giungla digitale in cui ogni attività e movimento sono tracciati e individuabili. Per ogni acquisto in e-commerce, per ogni prenotazione digitale, per ogni contatto vengono richiesti dati anagrafici, recapiti telefonici, indirizzi e-mail, codici delle carte di credito e spesso anche password. Dati da cui è assai facile ricavare modalità di controllo e intercettazione. Insufficiente allarme e reazione hanno suscitato la sempre più diffusa attività di produzione di fake news virali, così come il pesante condizionamento di consultazioni elettorali operato con intrusioni digitali. Per non parlare dell'inquietante impatto sui comportamenti di ragazze e ragazzi di siti e attività digitali che promuovono violenza e forme di autodistruzione personale. Nonostante, dunque, che non fosse difficile prevedere quel che oggi emerge, non vi è stata fino ad oggi la predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio, controllo e tutela dei cittadini. E lo conferma il fatto che l'attività di dossieraggio abbia potuto penetrare perfino in banche dati delicate e sensibili di personalità e istituzioni che dovrebbero essere al riparo in modo assoluto da qualsiasi forma di intrusione. Al di là degli aspetti giudiziari della vicenda di questi giorni, su cui spetta alla magistratura fare piena luce e accertare responsabilità, è urgente un cambio di passo delle istituzioni e della politica, mettendo in campo adeguati strumenti di prevenzione e tutela, assumendo la sicurezza e la privacy dei cittadini come una priorità a cui devolvere norme e risorse adeguate. Ma non minore responsabilità abbiamo noi cittadini. Le tantissime opportunità offerte dalle tecnologie digitali ci hanno indotto ad un facile ottimismo sul loro uso, sottovalutandone le criticità e i rischi. Ma le tecnologie non sono neutre. Con l'atomo si cura il cancro e con l'atomo si può costruire un ordigno nucleare. Gli effetti positivi o negativi di una tecnologia dipendono da come la si usa, da quali regole la disciplinano, da quali forme di controllo si attivano. E non c’è alcun dubbio che allo sviluppo impetuoso del digitale e alla sua pervasività in ogni aspetto della vita individuale e collettiva non è corrisposta la predisposizione degli strumenti per governarlo. È tempo di colmare quel divario. E di farlo con determinazione e tempestività. A tutela della democrazie e della libertà dei cittadini.
Piero Fassino
30 ottobre 2024
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