DA LONDRA E PARIGI LA VOCE DELL'EUROPA DEMOCRATICA
La Francia ha detto NO alla destra. Un responso netto e inequivoco che nel secondo turno delle elezioni ha visto premiata dagli elettori la convergenza tra Nuovo Fronte Popolare e Centro macroniano nel fermare l'onda nera del Rassemblement National.
E altrettanto netto è stato il responso degli elettori britannici con un voto plebiscitario ai Laburisti che ha inferto una severa bocciatura ai Conservatori al potere da quattordici anni.
Due voti di valore politico generale che segnano una battuta di arresto di quella spinta a destra che in molti paesi è venuta crescendo negli ultimi anni. Sia in Francia che in Gran Bretagna gli elettori hanno rifiutato i messaggi egoistici e di chiusura con cui la destra ha cavalcato le paure di società percorse da crescenti ingiustizie e insicurezze. I Laburisti hanno vinto presentandosi agli elettori con un programma di riforme - sanità, scuola, casa, lotta alle povertà - di forte coesione sociale. In Francia il fronte democratico ha fatto appello ai valori di giustizia, solidarietà, diritti contro una destra che quei valori li nega.
Intendiamoci: anche dopo i voti di Londra e Parigi la destra europea rimane forte. E non sono certo riassorbite le ragioni che hanno portato molti elettori - spesso di ceti popolari - ad affidare le loro angosce e speranze alla destra. E tuttavia i voti inglesi e francesi ci dicono che la destra non è imbattibile e che c'è un patrimonio di valori democratici a cui attingere per perseguire politiche che restituiscano ai cittadini le certezze e le sicurezze smarrite.
Il voto di Londra e Parigi è di particolare importanza anche per l'Unione europea in un tornante decisivo del suo cammino di integrazione, che ha urgente necessità di politiche e riforme indispensabili per essere un attore del mondo globale. Riforme tutt'altro che scontate proprio perché insidiate dal tentativo di forze populiste e antieuropee di smantellare l'edificio europeo.
Il voto di oltremanica e oltralpe è altresì importante in uno scenario internazionale segnato dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente, dal diffondersi di regimi illiberali, dalla eventualità di un ritorno di Trump alla guida degli Stati Uniti e dalla presenza sempre più assertiva di un Global South che non solo rivendica protagonismo, ma lo fonda su una esplicita contestazione dei valori democratici.
E, infine, da Francia e Gran Bretagna vengono indicazioni di cui far tesoro anche in Italia. Se per un verso non si vince senza unità, è altrettanto necessario che l'unità delle forze democratiche sia costruito su un solido e credibile programma di governo capace di rappresentare una società larga. Questo ci dice il successo dei laburisti inglesi. E questo ci dice anche il voto francese dove, dopo aver fermato la scalata della destra, la sinistra adesso è chiamata all'impegnativo compito di proporre un programma che raccolga le domande di una società inquieta e le traduca in riforme, diritti e progresso.
 

Piero Fassino
9 luglio 2024