DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE, ALLA LUCE DEL SOLE
In queste settimane in centinaia di appuntamenti iscritti ed elettori discutono dell'Italia, del futuro del PD e di chi ne sarà il leader. Lo stanno facendo gli iscritti nei Congressi dei circoli territoriali, lo faranno gli elettori il 26 febbraio nelle primarie.
Un percorso democratico alla luce del sole, quotidianamente sotto i riflettori della stampa e con una partecipazione attiva di migliaia di persone. Una discussione vera, talora anche aspra, ma sempre mossa da passione politica e volontà di riscatto. Una competizione trasparente in cui quattro candidati alla Segreteria nazionale del PD si confrontano sulla base di piattaforme politiche e programmatiche che parlano delle ansie e delle speranze degli italiani. Una ricerca coraggiosa e anche cruda delle ragioni della sconfitta dei progressisti e della vittoria destra.
È un esercizio di democrazia che non ha uguali in Italia, dove gran parte delle forze politiche rifugge dal misurarsi con i cittadini. Basterebbe pensare al silenzio imbarazzato con cui la Lega cerca di far dimenticare di aver perso in tre anni il 75% dei suoi voti, dal 34% del 2019 all'8% di oggi. Per non parlare di 5Stelle che avendo perso il 50% dei propri elettori - dal 32% del 2018 all'odierno 15% - si atteggia a vincitore delle elezioni. E gli stessi Fratelli d'Italia senza alcuna trasparenza smentiscono e disdicono le molte promesse proclamate a piene mani in campagna elettorale.
Non è questa la strada scelta del PD che invece ha aperto con coraggio e determinazione una riflessione critica sul suo rapporto con la società, sulle scelte non condivise da una parte degli elettori, sui contenuti con cui condurre adesso l'opposizione, su come ricostruire alleanze per un'alternativa di governo. E su come restituire radicamento sociale e territoriale al Partito, ricostruendone la presenza organizzata nella società. Ed è anche a partire da questi temi che iscritti e elettori sceglieranno chi dovrà guidare il PD.
Hanno avanzato la loro candidatura quattro personalità autorevoli e credibili per profilo personale, sensibilità culturale, esperienza politica.
Tra queste a me pare che Stefano Bonaccini meglio interpreti il profilo di segretario di cui il PD ha oggi bisogno. Stefano possiede una solida cultura riformista. Ha una lunga esperienza di dirigente politico, sa cosa è un partito e come dirigerlo. Da Presidente di regione ha dimostrato una capacità di governo che ha fatto dell'Emilia Romagna una delle regioni italiane meglio governate. E in tutti gli incarichi politici e istituzionali ricoperti ha saputo tessere relazioni e interlocuzioni che gli hanno consentito di essere autorevole e riconosciuto dai molti mondi della società italiana.
Naturalmente anche gli altri candidati esprimono sensibilità e esperienze ricche e importanti che il nuovo segretario dovrà raccogliere in una conduzione solidale e unitaria del Partito, mobilitando così tutte le energie necessarie al rilancio del PD.
Piero Fassino
10 febbraio 2023