Un anno decisivo
09 gen 2022
Entriamo nel terzo anno di Covid19 mentre una quarta ondata di contagi sta investendo l'Italia, l'Europa, il mondo. E se l'impatto appare meno aggressivo per chi è vaccinato, ciò nondimeno la rapidità e l'estensione della sua diffusione suscita allarme nei cittadini, mette in tensione le strutture sanitarie, obbliga alla adozione di rigorose misure protettive, rischia di vanificare l'efficacia dei provvedimenti varati per rimettere in piedi il Paese e le sue mille attività. Uno scenario reso più critico dall'emergere via via di nuove varianti del virus con caratteri non preventivamente conosciuti dalla comunità scientifica.
Si conferma quel che il mondo medico e scientifico - spesso inascoltato - disse fin dall'inizio e cioè che sconfiggere la pandemia avrebbe richiesto non meno di tre anni.
Si entra insomma nell'anno decisivo per uscire dall'incubo che ha segnato e continua a segnare la vita di milioni di persone e del mondo intero. In questa sfida decisiva non si parte da zero, ne' disarmati. I vaccini si sono rivelati efficaci nel ridurre drasticamente i rischi di mortalità. È di queste settimane l'avvio dell'utilizzo di farmaci antivirali. E oggi la comunità scientifica dispone di conoscenze assai più penetranti .
Decisivo è non abbassare la guardia e proseguire in un'opera di vaccinazione che consenta di mettere in sicurezza la più grande quantità di cittadini. Proprio l'efficacia dei vaccini smentisce in radice i pregiudizi antiscientifici e le ostilità ideologiche dei movimenti NoVax. A rischio non è la libertà individuale di ciascuno, ma la vita di milioni di persone. Ed è un imperativo morale mettere in campo tutto ciò che mette in sicurezza la vita.
Frenare la diffusione del virus, contenerne gli effetti e fare scendere la curva del contagio è una indifferibile esigenza non solo sanitaria, ma indispensabile per rimettere in piedi il Paese e garantire la regolarità delle attività di lavoro, di studio, di servizi.
È un dovere che chiede a chi ricopre incarichi istituzionali, politici, sociali di assumere comportamenti seri e responsabili, sottraendosi alla tentazione di utilizzare strumentalmente la pandemia per inseguire un qualche vantaggio di parte. Un atteggiamento che peraltro sarebbe giudicato severamente dai cittadini.
Un comportamento responsabile che è tanto più necessario nell'affrontare il passaggio politico-istituzionale della elezione del Presidente della Repubblica. Del tutto legittimo che si propongano diverse ipotesi, dal Presidente Draghi ad altre personalità. Ma in ogni caso nella scelta si dovrà assicurare di non compromettere i punti di forza acquisiti negli ultimi dieci mesi: una strategia di contrasto alla pandemia che ha realizzato risultati superiori a quelli di altre nazioni; l'avvio di un corposo piano di rilancio economico in corso di realizzazione; l'autorevolezza acquisita nelle istituzioni europee chiamate nei prossimi mesi a compiere scelte cruciali (tra cui quale patto di stabilità e quale politica sull'immigrazione); la coesione e lo spirito di responsabilità nazionale che ha consentito stabilità politica e credibilità internazionale.
Questioni cruciali per il destino dell'Italia che richiedono la elezione di un Presidente autorevole, riconosciuto, imparziale garante istituzionale su cui realizzare in Parlamento la più larga condivisione.