26 Novembre 2018 - DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-05461
Rinegoziazione di mutui per un ammontare complessivo di euro 387.989.634,27 con Intesa Sanpaolo e Dexia Crediop.
Piero Fassino
Sì, guardi, basterebbe l'imbarazzo dell'intervento del Consigliere Fornari a dimostrare i problemi. In genere il Consigliere Fornari è molto asseverativo, anche qualche volta aggressivo, oggi era in chiaro imbarazzo nell'intervenire, perché alla fine della fiera, fa 52 milioni in più di indebitamento, punto e finito. Così è scritto! Fa 34 milioni di indebitamento in più su una delibera e 18 sull'altra, 34 su 18, fa 52. In cambio di un po' di fiato, a breve, che questo è, state indebitando la città di 52 milioni in più.
Ora, io, guardate, aspettavo che arrivasse questo momento, perché siccome sono due anni e mezzo che ne raccontate di tutti i colori sulle situazioni di indebitamento, raccontando anche un sacco di sciocchezze, avete fatto credere a questo Consiglio e alla Città che c'erano dei debiti fuori bilancio, poi la Corte dei Conti ha detto che non era vero.
No, non era vero, vada a leggere, se no avrebbe proceduto, invece non ha preso nessun procedimento, perché non c'erano debiti fuori bilancio.
Avete raccontato tutta una vicenda su GTT che, l'archiviazione della scorsa settimana ha dimostrato, ha gestito tutti i suoi conti assolutamente in modo regolare.
Avete raccontato, e continuate a raccontare - allora ci ritorno, visto che lei lo ha richiamato - che il D.L. 35 in realtà è un indebitamento; il D.L. 35, a norma di legge, non è un indebitamento e non lo è dal punto di vista fattuale, perché è legato ad un'operazione di radiazione di crediti non esigibili, con una anticipazione a 30 anni, senza interesse, che è molto diverso da rinegoziare un mutuo al 4 e fischia per cento. Le dirò una cosa in più, Consigliere Fornari, siccome lei spesso richiama il D.L. 35, il Vicepresidente del Consiglio Di Maio, qualche giorno fa, ha dichiarato che per dare maggiore fiato ai Comuni, il Governo intende nuovamente rinnovare il D.L. 35, addirittura estendendone l'applicazione. Presumo che, se lo farà, la Città di Torino lo utilizzerà, non veniteci poi a dire che quella è un'operazione virtuosa, mentre, se lo facevo io, era debito. In quanto alla Cassa Depositi e Prestiti, la Cassa Depositi e Prestiti, ha, e lo so perché lei ha ricordato i miei incarichi, non tanto come membro del Consiglio di Amministrazione a rappresentare l'ANCI lì, in quella sede, ma come Presidente dell'ANCI io ho negoziato con la Cassa Depositi e Prestiti nei tre anni in cui ho fatto il Presidente dell'ANCI, ogni anno la rinegoziazione del mutuo è a vantaggio degli Enti Locali, a tassi di interesse che non erano il 4 e fischia per cento, ma erano più bassi, sempre al di sotto del 3%, e spesso anche molto al di sotto del 3%. Allora, per tutte queste ragioni io credo che voi state facendo un'operazione che, come dire, smentisce quello che avete raccontato per due anni, che spesso la Sindaca, assente oggi, non esita a dire, cioè quando andremo via, i conti saranno a posto; quando andrete via può darsi che siano a posto, saranno a posto con 52 milioni di debito in più. Per adesso, poi vedremo se alla fine non saranno anche di più di 52, perché la realtà è che anche questa operazione conferma che non c'è una politica delle entrate in grado di reggere il bilancio, tanto è vero che è ricorretto "operazioni straordinarie", come la rinegoziazione, come l'alienazione di quote societarie di IREN, che potete fare grazie al fatto che io da Sindaco ho fatto riformare lo Statuto, consentendo a IREN di adottare una norma che consente a IREN di cedere quote senza che gli azionisti perdano il controllo del Consiglio di Amministrazione, ma sono tutte operazioni straordinarie e quindi io penso che oggi voi acquisite un po' di soldi per fare le cose che dite in delibera, tra l'altro rivelando, in modo più chiaro, una stortura del bilancio, così come l'avete definito fin qui, e cioè di finanziare la spesa della Cultura in conto capitale e siccome si è detto spesso che una delle ragioni per cui la Cultura era in difficoltà, era in ritardo dei pagamenti agli Enti Locali, bisogna sapere che mettere in conto capitale la spesa della Cultura, essendo il conto capitale è alimentato dalle risorse che derivano dalle urbanizzazioni e dagli oneri di valorizzazione, soltanto al 31 dicembre di ogni esercizio tu sei in grado di sapere se onori o no il conto capitale. Aver messo la Cultura in conto capitale avrebbe aggravato ulteriormente i ritardi di erogazione delle risorse al sistema culturale.
Adesso correggete, tanto è vero che dite che una parte di queste risorse saranno messe sulla spesa corrente, sottolineo che una spiegazione così chiara del fatto che avevate messo una spesa in conto capitale che avrebbe aggravato la situazione Cultura, non avete mai avuto l'onestà intellettuale di dirla e adesso finalmente emerge.
Per tutte queste ragioni io dico che voi state facendo un'operazione, probabilmente, come dire, obbligata, perché non siete in grado di far altro, siete costretti a fare quest'operazione. Rivelo un elemento di stile, come dire, che forse avreste potuto risparmiarci, la delibera dice che: "La Banca è venuta a proporci", presumo che la Banca è stata sollecitata a proporci, e che non sia stata un'iniziativa spontanea della Banca di venire a proporci la rinegoziazione, ma che la Città abbia chiesto la rinegoziazione a cui la Banca, naturalmente si è detta disponibile, anche perché ne ha certamente un utile dal punto di vista degli interessi maggiori che incasserà.
Detto questo, per tutte queste ragioni, noi critichiamo, diciamo, censuriamo questa vostra scelta e riteniamo che voi state facendo un'operazione che ha un unico esito, quello di, appunto, aumentare il debito della Città e quindi di aggravare il carico che sarà lasciato alle generazioni future.