2 Ottobre 2017 - Deliberazione (giunta: proposta e urgenza) 2017-03504
Revisione straordinaria delle partecipazioni ex articolo 24, decreto legislativo 19 agosto 2016 n. 175 e s.m.i. - ricognizione partecipazioni possedute.
Piero Fassino
Voglio tornare sulla questione della SAGAT, perché io credo che si debba partire da una considerazione e cioè che l'aeroporto di una città, soprattutto di una grande città, di una città che ha conosciuto negli ultimi anni degli incrementi turistici significativi, che hanno visto l'Aeroporto di Torino passare nell'arco di 3 anni da 3 milioni di passeggeri a più di 4, è una struttura che ha un valore strategico. Allora un conto è avere una partecipazione più o meno alta, ma un conto è uscirne, perché io credo che anche se ho una partecipazione del 10% però ha un significato. Vorrei segnalare che a Milano, la Città di Milano è socia della SEA per il 49%, che a Venezia siede nel Consiglio di Amministrazione della SAVE il Sindaco Brugnaro, per fare solo esempi di due città che considerano strategico l'aeroporto e investono in termini politici, non in termini finanziari, la loro presenza. Quindi io penso che sia un grave errore uscire dalla SAGAT perché ripeto usciamo da una infrastruttura che ha un valore strategico per lo sviluppo della città e quindi io credo che debba essere riconsiderata attentamente, oltre a tutte le considerazioni che ha fatto il Consigliere Capogruppo Lo Russo circa modalità di cessione che rischiano di essere, come dire, non particolarmente vantaggiose e favorevoli per la città, ma è proprio la valutazione del carattere strategico della infrastruttura che porta a chiedervi di ripensare a questa decisione. Un'ultima questione in un minuto, quando il Capogruppo ha detto "noi abbiamo risanato" i banchi di 5 Stelle si sono messi a ridere.
Una volta per tutte io vorrei che foste in grado di valutare, perché quello che avete ereditato va valutato non sul momento, va valutato sulla base di cosa sono stati 5 anni di governo, perché voi ereditate, come io ho ereditato, nel 2011 una situazione, ma dovete valutare qual è stata la curva e allora ve la dico io: vi dico che nel 2011, quando io sono diventato Sindaco, il debito della Città era superiore ai 3 miliardi e 3 ed io ve l'ho lasciato a 2 e 8; che l'esposizione nei confronti delle Partecipate nel 2011 era a 380 ed io ve l'ho lasciato a 160; che i derivati nel 2011 erano 1 miliardo e 2 e io ve l'ho lasciato a 600 milioni; che il personale è diminuito di 1000 addetti con incidenza sulla spesa del personale. Questo significa una strategia di sanamento perché se vuoi pensate non lo farà neanche l'Appendino che in 5 anni uno porta il debito della Città a zero, non sapete di cosa parlate, dovete fare una valutazione dei trend e i trend sono queste cifre e quindi vi prego di prenderne atto. Ultima cosa all'Assessore Rolando. Lei sta facendo tutte le operazioni necessarie a non andare in predissesto e a garantire l'equilibrio finanziario; le segnalo che lei sa, e lo diciamo a proposito di eredità, a proposito di eredità, che lei nel prossimo anno ha la possibilità di cedere quote di IREN senza perdere il controllo della Società perché io ho fatto modificare lo Statuto e la norma entra in vigore 2 anni dopo la modifica per legge che consente di ridurre la partecipazione fino al 40% dei soci di IREN mantenendo il 51% del controllo. Quella roba lì, a valori di oggi, vale tra i 25 e i 30 milioni.
Quando lo farete, ricordatevi che anche questa è un'eredità di Fassino.

Piero Fassino
Sì, scusatemi, grazie. Io riprendo l'argomento che ha già sviluppato il Consigliere Lavolta per ciò che riguarda Sagat, perché se l'obiettivo non è fare cassa e l'Assessore ha detto questo, qual è la ragione per cui noi dobbiamo alienare la nostra partecipazione in Sagat? Lei, Assessore, ha detto, ha citato un articolo del Sole 24 Ore che è un articolo, ma poi in quell'articolo sono citate dismissioni di aeroporti minori. La Toscana dismette aeroporti in disuso, non dismette la partecipazione all'aeroporto di Pisa e di Firenze e il Comune di Venezia non esce dalla partecipazione in Save che gestisce l'aeroporto di Verona; si dismette una società minore che aveva prima delle funzioni nell'aeroporto di Verona, ma da quando Verona è entrata in Save non è più necessaria. Se noi guardiamo ai grandi aeroporti del nostro Paese dovunque la presenza del sistema istituzionale , con quote diverse, e Morano, mi pare, ha spiegato in modo egregio che non è un argomento "vabbè, ma siccome non abbiamo il 51 poi lì non conteremo niente", non è vero, perché stare in un Consiglio di Amministrazione ti consente di avere, in ogni caso, sempre e comunque una voce in capitolo tanto più quando sei il Comune e a Torino segnalo, forse questo è sfuggito, Torino è l'unica città in Italia in cui la licenza aeroportuale non è intestata alla società di gestione, ma alla Città in prima persona, quindi a maggior ragione questo fatto che noi siamo l'unica città italiana che ha intestato alla Città la licenza aeroportuale rende importante la presenza nell'aeroporto.

Piero Fassino
Sì, grazie. Volevo riprendere il ragionamento perché siamo sempre alle solite, cioè noi vorremmo capire bene le motivazioni dei singoli atti di dismissione. Voglio essere chiaro, Assessore, noi non contestiamo una strategia di dismissione perché questo lo abbiamo fatto anche noi nella precedente Amministrazione, corrisponde ad un indirizzo che viene dall'azione del Governo; il problema è valutare le dismissioni in merito e continuiamo a pensare che ci sono alcune dismissioni che non sono motivate e non ci pare che ci siano motivazioni perché se non è una ragione fare cassa, non può essere l'unica ragione, ma c'è un provvedimento legislativo, c'è un indirizzo da parte del Governo del provvedimento Madia perché il provvedimento Madia non assolve ogni ente da una discrezionalità di valutazione su quelli che sono gli interessi specifici che si ritengono strategici a tutelare; quindi da questo punto di vista non lo capiamo per la Sagat, devo dire come ha detto il Consigliere Canalis non lo capiamo neanche per gli incubatori. Non c'è convegno, da qualche anno, in cui non si spieghi che il grande problema che ha l'Italia è quello di accrescere il contenuto di innovazione del suo sistema attraverso il sostegno a incubatori, acceleratori, ricerca, eccetera. Si è costruito insieme al Politecnico che è un Istituto universitario di eccellenza un incubatore importante, che in questi anni ha accompagnato le imprese in una strategia di innovazione. Una città che investa sulla formazione, sull'innovazione, sulla tecnologia non riduce la propria partecipazione, tra l'altro da un punto di vista finanziario assolutamente con rientri minimi; quindi non è che quel rientro lì determini chissà che cosa dal punto di vista finanziario, ma è un segnale al sistema universitario, della ricerca noi diamo un segnale, la città se ne disinteressa e se ne va, io credo che questo sia un errore.