Dopo l'incontro interparlamentare del 26 aprile, si è svolta ieri, su invito del Presidente della Commissione Esteri Piero Fassino, la seconda riunione interparlamentare sul futuro europeo dei Balcani occidentali.

All'incontro hanno preso parte i Presidenti della Commissioni esteri dei Parlamenti di Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, oltre a Slovenia e Francia in vista dell'avvicendamento di tali Paesi nella presidenza di turno dell'Unione europea.

La riunione interparlamentare è stata convocata alla luce degli impegni assunti dall'UE con la Dichiarazione di Brdo, siglata il 6 ottobre al Vertice UE-Balcani.

Nell'incontro si è apprezzato che nella Dichiarazione finale dei leader europei si sia ribadito in modo inequivocabile il sostegno alla inclusione europea dei Balcani Occidentali e l'impegno a favore del processo di allargamento, definito "obiettivo di interesse strategico condiviso", sollecitando i Paesi candidati ad accelerare l'adozione delle riforme necessarie alla convergenza con gli standard europei. Si sono altresì apprezzati gli impegni di sostegno finanziario dell'UE allo sviluppo economico dei Balcani.

Nell'incontro è stata espressa, tuttavia, la preoccupazione che i tempi lunghi del processo di integrazione suscitino nelle opinioni pubbliche sentimenti di disaffezione e frustrazione, esponendo la regione al rischio di pulsioni etnocentriche e nostalgie del passato. Peraltro, non può essere ignorata l'assertiva presenza nei Balcani di altri attori internazionali, spesso guidati da obiettivi egemonici piuttosto che di condivisione di valori democratici e di libertà.

Su queste premesse i Presidenti delle Commissioni esteri dei Parlamenti dei sei Paesi balcanici e di Francia, Italia e Slovenia si augurano che l'Unione europea agisca per un rilancio del processo di integrazione, proseguendo i negoziati in corso con Serbia e Montenegro, avviandoli con Albania e Nord Macedonia, favorendo un accordo tra Pristina e Belgrado e offrendo una prospettiva europea a Bosnia Erzegovina e Kosovo.

Contemporaneamente è importante che da subito l'Unione europea dia segnali di inclusione: includendo i Balcani nello spazio europeo di approvvigionamento dei vaccini, coinvolgendo i Paesi della regione nella adozione di una nuova politica migratoria, orientando i finanziamenti europei a favore dei Balcani su obiettivi coerenti con le finalità del Next Generation EU, coinvolgendo le opinioni pubbliche balcaniche nella Conferenza sul futuro dell'Europa.

È importante, infine, rafforzare tutte le forme di cooperazione regionale che - come il programma Open Balkan - promuovano forme di integrazioni utili al percorso di adesione all'Unione europea.

A sostegno di questi obiettivi, i Presidenti hanno convenuto di dare corso a una partnership rafforzata a livello parlamentare che - con azioni bilaterali e multilaterali - accompagni un'agenda positiva di riforme interne e promuova un dibattito pubblico, aperto al contributo della società civile, dei giovani, nonché dei settori produttivi e del mondo accademico. 

10 novembre 2021